lunedì, maggio 29, 2006

ALTRI CIELI di Robert Eroica, in un raro momento di lucidità (ti voglio bene, tuo Randall)

E riderai Quel giorno riderai E scoprirai Che niente è cambiato…. Bruno Lauzi________________ L’aereo si confondeva nel blu cobalto del cielo romano. Smaltite le dita rosate dell’alba era passato ad un colore indistinto. Un colore senza emozione che accreditava le voci che lo volevano privo di dei. Jhon teneva la mano di Ilaria senza dire una parola ma fissando un punto all’orizzonte, nella campagna che non avrebbe mai conosciuto. Oltre le vigne e gli agrumeti l’orizzonte custodiva scrigni che avrebbe ignorato con qualche rimpianto, anche se non aveva mai sentito completamente suoi. Adesso il compito spettava ad altri. Quello che un semplice soldato doveva fare, lui l’aveva fatto. Ora il suo tempo era finito. Era finita la stagione breve, quella che trenta anni dopo si sarebbe rivelata, agli occhi di un vecchio, la piu’importante di tutta una vita. Finita la paura e le bombe, finito anche il tempo della morte, ma forse anche quello dell’amore. Rimanevano gli occhi di Ilaria tenuti assieme dalle lacrime. E il suo volto, che le lacrime aveva abbandonato per obbedire ad un ordine stupido. Rimaneva l’Oceano da superare in volo prima di approdare in una fattoria dell’Ohio dove lo aspettava docile una famiglia dimenticata. Il sapore malato del distacco, scopriva ora, era insopportabile, e avrebbe voluto possedere il significato di tutte le parole del mondo per usarle a proposito, ma il balbettio e la raucedine nervosa era l’unico risultato tangibile del suo sforzo. Poco vicino il comandante Stuart controllava che lo smistamento avvenisse regolare e il piu’ rapidamente possibile, dalla torre di controllo i segnali erano anch’essi favorevoli all’addio. Eddie “Baby” Jhonson stava salendo con l’ausiliario Miller verso la prima carlinga. Un rumore metallico obbligo’ Jhon a ratificare in fretta cio’ che i due amanti avevano da tempo stabilito, senza parole, cosi’ come era iniziata. Le loro labbra divennero uniche e fotografarono per sempre l’istante che li rendeva intangibili al mondo. Poi, ripresi ognuno i suoi occhi, lasciarono sparire nel sogno tutto il bianco che segue. Dedicato a Bruno, Gino e Lucio, che hanno tentato di rendere a parole tutto l’inesprimibile che circonda le nostre vite. (Per conto mio il pezzo potrebbe chiamarsi benissimo “Lasciarsi un giorno a Roma”, ma non volevo rubare il titolo al brano straordinario di Nicolo’ Fabi che, per chi scrive, è uno dei piu’ grandi artisti del nostro tempo)____________ Robert Eroica